Perchè chi prevede un terremoto mente?


L'attendibilità del 'metodo Giuliani' non è mai stata provata, anche a causa del fatto che non sono mai stati presentati dei risultati chiari alla comunità scientifica. Per avere maggiori informazioni su questo tema riportiamo l' intervista di un esperto in materia, il Prof. Vincenzo Roca, Docente di Fisica Applicata ai Beni Culturali, Ambientali, Biologia e Medicina all'Università degli studi di Napoli.

Il radon è un elemento chimico naturale radioattivo, prodotto nel decadimento radioattivo del radio che a sua volta deriva dall'uranio. L'uranio e il radio sono elementi solidi, mentre il radon è un gas che tende a fuoriuscire dal sottosuolo diffondendosi nell'aria o nell'acqua circostante ed allontanandosi dal luogo di origine. Se le rocce del sottosuolo vengono compresse si creano delle ulteriori vie di uscita per il radon che ovviamente può fuoriuscire più facilmente: questo è il legame con i terremoti. "Il radon è un elemento naturale facilmente rivelabile grazie ai suoi figli radioattivi e alla sua alta mobilità, ma non ha la pretesa di essere al momento un parametro utile per la prevenzione."- ci avverte il Prof. Roca - "è ovvio che venga influenzato dal movimento delle faglie che generano compressione sulle rocce ed infatti l'idea che si potesse usare per lo studio dei terremoti non è certo recente."

Ma è stato provato scientificamente il legame tra emissione di radon e terremoti?

"In corrispondenza di alcuni terremoti sono state rivelate delle anomalie nella quantità di radon presente nel territorio interessato ma la statistica è molto varia e non permette la formulazione di una legge assoluta con la quale si potrebbero attivare gli allarmi". Poi il Prof. Roca continua con un esempio pratico: "Se monitoriamo il radon su una superficie di 1000 m2 possiamo notare che la concentrazione varia da punto a punto. Variazioni si riscontrano persino nello stesso punto dopo un certo intervallo di tempo. La concentrazione di radon, infatti, può cambiare anche per variazioni dei parametri ambientali come pressione e temperatura. Si possono però cercare informazioni su larga scala spaziale e temporale, studiando approfonditamente anche la morfologia geologica del territorio interessato, per cercare un parametro unico che caratterizzi quella superficie. Occorre, quindi, monitorare il radon in un territorio per lungo tempo in modo tale da capire se le anomalie osservate sono periodiche o legate ad un evento straordinario."

Quindi il metodo Giuliani potrebbe funzionare?

"Forse si può arrivare a fare un'associazione più precisa solo con molte osservazioni e molto tempo, anche perché non esiste ancora una teoria che metta in relazione diretta la rottura di faglia con i movimenti di radon. Anche se tale relazione esistesse, la misura di Giuliani non é attendibile perché affetta da alte fluttuazioni del fondo. Vengono infatti misurati i gamma prodotti dal decadimento del radon in un sotterraneo, ma già il fatto di trovarsi in un ambiente chiuso sotto il suolo fa accumulare radon per via naturale. Inoltre i gamma possono provenire anche dal decadimento del Potassio 40 che non ha niente a che vedere con la geodinamica."

Voi, invece, che misure effettuate?

"Noi utilizziamo le particelle alfa, un altro prodotto di decadimento del radon che permettono una buona misura, pulita dal fondo perché a queste energie si riescono ad ottenere facilmente dei rivelatori ben schermati dalle particelle alfa dell'ambiente circostante. Inoltre questa misura permette di differenziare il Radon 222, quello potenzialmente interessante, dal Thoron, isotopo del Radon con peso atomico 220. Quest'ultimo decade con un tempo di dimezzamento di 55 secondi per cui è prodotto vicino e non è utile ai fini di queste misure. Noi effettuiamo queste misure in ambienti molto particolari come i Campi Flegrei (l'area vulcanica dei Campi Flegrei è stata sempre caratterizzata da intensi fenomeni deformativi, con forti variazioni del livello del suolo). Da un lato questo è utile perché siamo in una zona con frequenti movimenti tellurici, ovviamente non percepibili dalla popolazione, che permettono un buon incremento della statistica, ma dall'altro l'ambiente è ostile e prevede la presenza di elementi molto caldi e corrosivi che ledono l'apparato sperimentale. Ribadisco, solo osservando un territorio con molti rivelatori, per molto tempo e cercando anche altri osservabili sarà possibile forse un giorno prevedere eventi di questo tipo."





Perché chi prevede un terremoto mente?



Ci aiuta a rispondere a questa domanda lo scienziato Marco Mucciarelli, professore universitario di Sismologia Applicata alla Facoltà di Ingegneria dell’Università della Basilicata.
Il fisico precisa sei motivi per cui non è ancora possibile che qualcuno riesca a prevedere i terremoti grazie ad un metodo scientifico affidabile e attendibile:
1) se qualcuno avesse trovato il modo di prevedere i terremoti sarebbe l'uomo più ricco del mondo. Le assicurazioni lo coprirebbero d'oro. A tutti i convegni di sismologia partecipano sempre gli esperti di stima del rischio sia delle grosse compagnie che delle società specializzate che fanno i conti per loro. Ci vorrebbe così poco a contattarli e proporgli il metodo infallibile. Invece il previsore va in TV, sui giornali o spera in una circolazione virale di un suo commento su Facebook. Insomma, sembra un maghetto che tramite la TV convince i telespettatori che lui prevede i numeri del lotto. E allora perché non se li gioca lui, stravince e se ne va ai Caraibi? Del resto se le persone non applicano questo semplice ragionamento al mago del lotto, perché farlo con in previsori di terremoti?
 2) Nelle lotterie in compenso non vale il principio del "quasi previsto". Si può diventare celeberrimi per avere "quasi previsto" un terremoto a 100 km di distanza dal vero, con la magnitudo sbagliata, o in un intervallo temporale talmente lungo che è matematicamente sicuro che un terremoto capitava comunque. Non si diventa ricchi per avere "quasi previsto" un terno al lotto. Se giocate al superenalotto 6 (magnitudo), 8 (intensità mercalli), 10 (giorno), 12 (mese), 16 (longitudine), 40 (latitudine) ed escono 5, 7, 9, 11, 17 e 41, col cavolo che vi pagano la vincita. Però ci avevate quasi preso. Soddisfatti?
 3) Con la sequenza del Pollino in atto è innegabile che la probabilità di avere un terremoto forte è maggiore che senza la sequenza (anche se di una frazione insignificante difficile da spiegare ad un non statistico). Se io dico che verrà un forte terremoto entro una settimana e ci prendo, divento il dio della sismologia, se non ci prendo tutti se ne scordano in 10 secondi come capita sempre per le mille previsioni sbagliate. Quindi se voglio diventare famoso meglio dire che viene un terremoto, fregandosene altamente delle conseguenza ansiogene in cui getto migliaia di persone.
 4) Come si fa a prendere sul serio chi dice che la previsione è osteggiata dalle lobby degli speculatori della ricostruzione? Se si prevedeva il terremoto dell'Emilia, allora le scuole chiuse, gli ospedali disastrati, le fabbriche inagibili, i ponti inservibili, le case danneggiate e tutto quello che sta rovinando la vita di migliaia di persone come lo evitavamo? Tenevamo su le case come quella del film UP, con migliaia di palloncini magari gonfiati con il Radon? Scappavamo per strada per prenderci i calcinacci in testa?
 5) I sismologi parlano di zone a rischio e gli viene detto che sono degli incapaci. Quando andate dal medico e vi dice che avete un comportamento a rischio per il cuore cosa fate? Controllate il colesterolo, smettete di fumare ed iniziate a fare sport oppure vi arrabbiate perché il vostro dottore non può dirvi il giorno esatto in cui vi verrà un infarto azzeccando anche il numero di coronarie occluse? Forse non vorreste neanche saperlo....
 6) Una modesta proposta. L'aspirante previsore deve fare le sue predizioni davanti ad un assembramento di almeno 10 sfollati per terremoto guardandoli in faccia. Io in questi giorni lavoro sul campo in Emilia e faccio base al campo ANPAS di Mirandola (a proposito, mille grazie ai volontari per l'assistenza logistica e tecnica). I bagni sono dalla parte opposta del campo e non riesco ad attraversare il piazzale senza che qualcuno mi fermi (visto che ormai mi conoscono come sismologo) e mi chieda quali scosse ci sarnno oggi, quanto saranno forti. Vorrei che ci provasse il bravo previsore a dare una risposta a quelle persone angosciate.

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