Opinioni sulla controversia scientifica

Terremoto L'Aquila, scienziati divisi sulla sentenza contro la Grandi rischi 


 Per alcuni esperti americani e giapponesi si tratta di una decisione "pericolosa". Ma per Scientific american "il giudizio non è sugli studi o sulla previsione, ma sulla comunicazione".


La condanna degli scienziati italiani della Commissione Grandi Rischi, colpevoli per il tribunale dell'Aquila di aver sottovalutato il pericolo e fornito informazioni "imprecise e incomplete" sul sisma che sconvolse il capoluogo abruzzese ad aprile del 2009, ha aperto all'estero il dibattito tra gli scienziati. I membri della Union of Concerned Scientists, una influente Ong statunitense, si schierano contro la sentenza, definendola una decisione "assurda e pericolosa" e dicono:"Il presidente Napolitano dovrebbe intervenire". "Dopo che l'Aquila è stata investita da terremoti di piccola intensità, gli scienziati hanno affermato che un sisma di grande potenza era improbabile ma possibile, sottolineando l'incertezza in questo campo", si legge in un comunicato sul sito della Ong. "Quando il forte sisma ha colpito, causando vittime, gli scienziati sono stati messi sotto processo. In quell'occasione l'American Geophysical Union ha messo in guardia sul fatto che le accuse potevano mettere in crisi gli sforzi internazionali per capire i disastri naturali, perché il rischio di un contenzioso scoraggia gli scienziati e i funzionari dall'avvisare il proprio governo o anche lavorare nel campo della previsioni rischi in sismologia". "Immaginate se il governo accusasse di reati criminali il metereologo che non è stato in grado di prevedere l'esatta rotta di un tornado. O un epidemiologo per non aver previsto gli effetti pericolosi di un virus. O mettere in carcere un biologo perché non è stato in grado di prevedere l'attacco di un orso. Gli scienziati devono avere il diritto di condividere ciò che sanno e ciò che non sanno senza la paura di essere giudicati criminalmente responsabili se le proprie previsioni non si avverano", continua il testo. "Ciò arriva dalla terra natale di Galileo. Crediamo che alcune cose non cambieranno mai", è la polemica conclusione. "Se fossi stato io lì avrei detto le stesse cose perché non è possibile stabilire quando può verificarsi una forte scossa sismica", è la posizione di Shinichi Sakai, professore associato dell'Earthquake Research Institute di Tokyo, che non nasconde i dubbi per la sentenza. Completamente diversa è l'analisi della sentenza fatta da Scientific american: "Il processo non era alla scienza, né alla sismologia né alla capacità o incapacità degli scienziati di prevedere i terremoti. Gli imputati sono stati accusati di aver dato informazioni 'inesatte, incomplete e contraddittorie' sul fatto che le piccole scosse prima del terremoto del 6 aprile potessero rappresentare un avvertimento". Non è stato mai messo in discussione, si legge nel blog, se gli scienziati potessero prevedere o meno i terremoti: sotto accusa è il comportamento degli esperti che, al termine dell'ennesima riunione, non fornirono alla popolazione elementi sufficienti per valutare il rischio: "La scarsa comunicazione è stata una grave mancanza, anche se gli scienziati dividono la responsabilità con il governo italiano". La 'colpa' degli scienziati, dunque, per Scientific american, è quella di aver lasciato che le informanioni alla popolazione arrivassero da persone non esperte. In questo, si legge ancora nell'articolo, parte della responsabilità è del governo che non ha incluso nella Commissioni Grandi rischi qualcuno in grado di comunicare adeguatamente il pericolo. La decisione del giudice dell'Aquila ha lasciato meravigliati gli scienziati svizzeri e molte voci si sono alzate per difendere gli esperti che avrebbero agito secondo i principi scientifici. "In una situazione simile, non mi sarei comportato diversamente dai miei colleghi italiani", ha dichiarato oggi in un'intervista all'Ats Stefan Wiemer, direttore del Servizio sismico svizzero (SED). A suo avviso, è poco comprensibile che gli esperti italiani siano stati giudicati sulla maniera in cui hanno informato dei rischi. "In futuro dovremo comunicare con maggiore prudenza".

Fonte:
http://www.repubblica.it/cronaca/2012/10/23/news/l_aquila_scienziati_usa_contro_condanna-45125743/





Terremoto de L’Aquila: condanne e evidenza scientifica


Il giudice ha emesso il suo verdetto. I sette membri della Commissione Grandi Rischi sono stati condannati a sei anni e interdizione dai pubblici uffici perché colpevoli di … già, di cosa? Condannati per non avere previsto il terremoto de L’Aquila del 6 aprile 2009? Signor Giudice, i terremoti non si prevedono, non ne siamo capaci, nessuno è capace di farlo. Non saremo capaci di farlo ancora per molti anni, sempre che lo saremo. Condannare per questo motivo è analogo alla messa al rogo delle streghe in un recente, purtroppo, passato. Condannati per avere rassicurato gli aquilani dicendo che una forte scossa era improbabile? Signor Giudice, se avessero detto che una tale probabilità fosse esistita allora sì che avrebbero dimostrato la propria incompetenza. I terremoti non si prevedono. C’erano sciami sismici? Vero. Peccato però che la sismologia, quella vera, riporta tanti casi dove possono esserci mesi, anni di sciami sismici senza che un terremoto violento si manifesti. Signor Giudice, cosa altro potevano dire a seguito della riunione del 31 marzo 2009? Che il terremoto era alle porte? Basandosi su cosa? Volo degli uccelli, lettura di foglie di the o ravanamento d’interiora di volatili più o meno domestici? Signor Giudice, dovevano dare retta a Giampaolo Giuliani, gran ciarlatano e maestro dei rilevatori di radon? Ricorda? : “Posso dare l’allerta sismica con 6-24 ore di anticipo nel raggio di 120 chilometri dalla centralina”. Infatti sbagliò sia il giorno che la città. Però ha azzeccato il soddisfacimento dei suoi interessi personali. Giuliani ora ha la sua Fondazione e oltre al radon si interessa alle variazioni del campo elettromagnetico, ai protoni dell’idrogeno, alle variazioni termiche della ionosfera. Versione moderna delle frattaglie di volatili di cui sopra. La sua pagina su Facebook conta decine di migliaia di fan. I ciarlatani hanno sempre grande seguito. Signor Giudice, ai membri della Commissione Grandi Rischi è stata contestata: “una valutazione del rischio sismico approssimativa, generica e inefficace in relazione alla attività della commissione e ai doveri di prevenzione e previsione del rischio sismico”. Signor Giudice, qualcuno si è chiesto quanto questa valutazione è stata causata dalle castroneria del signor Giuliani? Signor Giudice, il rischio sismico si può valutare ed era stato valutato in modo corretto. Peccato che gli edifici non erano a norma. Un terremoto non è una catastrofe, è un evento naturale. La catastrofe è che nessuno fa nulla se non giudicare dopo, quando è tardi. Intanto in tanti, troppi, piangono. Signor Giudice, cosa avrebbero dovuto fare? Dichiarare che poteva esserci un terremoto distruttivo? Come avrebbero potuto dirlo se nessuno e nulla può prevedere un terremoto e ancora meno la sua intensità. Se lo avessero detto cosa sarebbe accaduto? Tutti a dormire per strada? Siamo in Italia. Quanti sarebbero rimasti comunque a casa, tanto degli scienziati non ci si può fidare… Se non fosse accaduto nulla, quante le richieste di risarcimento? Signor Giudice, non conto nulla, lo so. Però io, basandomi sull’evidenza scientifica, sono certo della onestà e correttezza professionale dei membri della Commissione Grandi Rischi. Signor Giudice, ho fiducia nella giustizia e attendo i prossimi gradi di giudizio. Signor Giudice? Dimenticavo. Non faccio previsioni.

Fonte:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/10/22/terremoto-de-laquila-condanne-e-evidenza-scientifica/390233/


Il processo dell'Aquila agli scienziati dei terremoti e il rischio della fuga. Gli esperti americani «Sarebbe la prima volta che un tribunale arriva a tanto»


L'accusa che è stata presentata contro gli scienziati e funzionari della Commissione grandi rischi non è quella di non aver previsto il sisma che ha squassato l'Abruzzo nel 2009 uccidendo 309 persone: è noto che certe previsioni sono scientificamente impossibili. Ai sette imputati viene rimproverato piuttosto di aver rassicurato troppo la popolazione, escludendo che lo sciame sismico in atto preannunciasse una scossa distruttiva.

Le rassicurazioni eccessive possono indurre la gente ad adottare comportamenti rischiosi, restando in casa quando sente la terra tremare. Ma può un errore di comunicazione valere una condanna per omicidio colposo? «Noi crediamo di no», rispondono gli americani Peter Sandman e Jody Lanard, veterani della comunicazione del rischio, che in passato hanno aiutato istituzioni e industrie a gestire ogni tipo di emergenza. Sarebbe la prima volta che un tribunale si spinge a tanto ed è per questo che sull'Aquila sono puntati gli occhi della comunità scientifica internazionale. «Se questi scienziati saranno dichiarati colpevoli, potremmo finire in mano ai ciarlatani», ha dichiarato Willy Aspinall a Science.

L'esperto di disastri dell'Università di Bristol lavorava a Montserrat durante l'eruzione del 1997. Ci furono 19 morti, fu avviata un'indagine ed è bastato questo ad allontanare dall'osservatorio caraibico i ricercatori migliori. Lo stesso potrebbe accadere adesso in Italia: chi vorrà far parte delle prossime commissioni sui rischi? Davanti a un'imputazione monstre, la prima cosa da fare è auspicare l'assoluzione. Ma perché la tragedia dell'Aquila non sia accaduta invano, qualcosa dobbiamo anche imparare. «Gli scienziati non sanno comunicare. Quando parlano tra loro tendono a enfatizzare le lacune delle conoscenze, quando parlano al pubblico, invece, spesso danno l'impressione di sapere tutto», premettono Sandman e Lanard. Si tratta di un difetto diffuso, che in questo caso è stato ingigantito dalla voglia di fare fronte comune contro una voce fuori dal coro.

Il tecnico Giuliani profetizzava un terremoto imminente. E gli esperti della Commissione, indignati per quella previsione infondata, nelle riunioni e nelle successive conferenze stampa potrebbero aver esagerato in senso contrario. «Hanno confutato la sua quasi certezza con un'altra quasi certezza, prevedendo che una forte scossa fosse quasi certamente non imminente», notano Sandman e Lanard. Il rischio zero non esiste e la sicurezza assoluta neppure. Se non capiamo questo non troveremo mai un punto di equilibrio tra negligenza e allarmismo, fra il disastro dell'Aquila e il falso allarme meteo di Roma: un temporale è stato trattato come un evento estremo e poi deriso.

L'Italia è un Paese in cui scienza e politica si mescolano in modo talvolta improprio, ed è probabile che la riunione dell'Aquila sia stata anche un esercizio di pubbliche relazioni. «Il terremoto ha scioccato gli esperti. Dopo tutto era un evento improbabile. Anche il processo sono stati uno shock. Ma il fatto che la conferenza stampa fosse scivolosa era prevedibile», ragionano Sandman e Lanard. «Un esperto scientificamente scrupoloso avrebbe insistito per far passare un messaggio di incertezza. Un esperto politicamente astuto invece avrebbe declinato l'invito a partecipare».

Ma l'Italia è anche e soprattutto un Paese a rischio sismico, con antichi centri storici spesso mal conservati e costruzioni moderne che non sono resistenti quanto dovrebbero. L'industria edilizia qualche volta risparmia e qualcuno chiude un occhio. Non è un caso che per le ricerche internazionali il tasso di corruzione dei Paesi sia correlato con il numero delle vittime dei terremoti. Se a pagare il conto fossero alcuni dei nostri migliori studiosi, come Enzo Boschi, sarebbe uno scempio difficile da accettare.

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I geofisici: «Folle pressione giudiziaria e mediatica: accade solo in Italia». La nota dell'Ingv: «Gli scienziati ora avranno paura ad esprimere le loro opinioni, sapendo di poter finire in carcere»


Dal mondo accademico è una levata di scudi, appresa la notizia della condanna dei sette scienziati per le omissioni e la sottovalutazione del rischio per il terremoto dell'Aquila. Se i sei condannati ondeggiano tra sbigottimento e stupore, è netto il commento del fisico Luciano Maiani, attuale presidente della commissione Grandi rischi, quella appunto messa all'indice dalla sentenza del tribunale «È la morte del servizio prestato dai professori e dai professionisti allo Stato: non è possibile fornire una consulenza in termini sereni, professionali e disinteressati sotto questa folle pressione giudiziaria e mediatica. Questo non accade in nessun altro Paese al mondo»»

GLI SCIENZIATI NON VORRANNO ESPRIMERE PIU' LA LORO OPINIONE? E pure l'INGV (L'istituto nazionale di geofisica e vulcanologia) esprime tutta la sua preoccupazione per la sentenza: dell'istituto faceva infatti parte l'ex presidente Enzo Boschi. Secondo l'Istituto: «La sentenza di condanna di L’Aquila rischia, infatti, di compromettere il diritto/dovere degli scienziati di partecipare al dialogo pubblico tramite la comunicazione dei risultati delle proprie ricerche al di fuori delle sedi scientifiche, nel timore di subire una condanna penale. Quale scienziato vorrà esprimere la propria opinione sapendo di poter finire in carcere?»

«IMPOSSIBILE PREVEDERE UN TERREMOTO» - Secondo quanto affermato dalla letteratura scientifica internazionale, prosegue la nota dell'Ingv: «allo stato attuale è impossibile prevedere in maniera deterministica un terremoto. Di conseguenza, chiedere all’INGV di indicare come, quando e dove colpirà il prossimo terremoto non solo è inutile, ma è anche dannoso perché alimenta in modo ingiustificato le aspettative delle popolazioni interessate da una eventuale sequenza sismica in atto. L’unica efficace opera di mitigazione del rischio sismico è quella legata alla prevenzione, all’informazione e all’educazione della popolazione in cui istituzioni scientifiche, Protezione Civile e amministrazioni locali devono svolgere, in modo coordinato, ognuna il proprio ruolo».

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